dopo il restauroL’appuntamento per la presentazione del volume a tutta la cittadinanza è giovedì 21 giugno alle ore 21.00 presso la centralissima Chiesa dell’Assunta di Magenta, dove le opere sono custodite. Saranno il presidente del Rotary: dott. ing. Paolo Grassi - e gli autori dei testi a presentare l’opera. Durante la serata verranno proiettate le immagini più salienti del restauro e di alcuni particolari inediti e curiosi, con allusioni simboliche che ci aiuteranno a comprendere meglio le opere magentine di questo grande Maestro del Rinascimento lombardo dai “ Toni d’argento, cieli rarefatti, luci meridiane velate di nebbia e di silenzio nel pittore della più serena estasi religiosa”.

Così Sergio Samek Ludovici descrive i capolavori di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (Milano, 1453-1523 ) nella più grande collana d’arte del mondo “I Maestri del Colore” - Fratelli Fabbri Editori, Milano.

Roberto Longhi, il più importante storico e critico d’arte italiano, davanti al dipinto “Cristo in pietà adorato da un monaco e sorretto da angeli con i simboli della passione” Villa Gagnola- Gazzada (Varese) così si esprimeva “…un tramonto insanguinato e violetto, uno sfondo colmo di sentimento…” “Un sentimento fattosi pittura”, questa è la pittura del Bergognone per il Longhi, che la definisce l’ultima grande poesia del Quattrocento lombardo.

Luisa Arrigoni ( direttore della Pinacoteca di Brera) in “Brera mai vista. Due momenti di Ambrogio Bergognone” ed. Electa sostiene che nella storia della Pinacoteca milanese ad Ambrogio Bergognone è stato sempre riconosciuto un ruolo dominante.

La restituzione al Bergognone, quindi, delle due tavole magentine costituisce un importante punto saldo di riferimento, cronologico e stilistico, all’interno della produzione autografa dell’artista. La data 1501 segnata sul Cristo alla colonna, (in basso a destra), appare riferibile per coerenza stilistica ad entrambi i dipinti, che manifestano una rigorosa monumentalità d’impianto prospettico, una maniera semplificata nella modellazione del panneggio ed un approfondimento psicologico sinceramente partecipato dell’umanità dolente del soggetto rappresentato caratteristici dell’arte matura del Bergognone. L’originalità dei due dipinti magentini si rivela anche nell’iconografia, insolita nel particolare dei fondi raffiguranti rispettivamente nell’Ecce Homo una scena di mietitura e battitura del grano, allusione simbolica eucaristica e nel Cristo alla colonna una corte porticata dai riferimenti attualizzanti in termini bramanteschi.

La lettura dei due dipinti, pienamente godibile dopo il restauro, si arricchisce di ulteriori valenze suggestive considerando la regia luministica sensibile ai risultati leonardeschi, che si avvale efficacemente del contrasto fra interno meditativo del portico e luminosità degli sfondi al fine di esaltare l’intima umanità commovente dell’immagine e del curioso utilizzo dei polpastrelli quale espediente tecnico per ammorbidire i passaggi chiaroscurali in corrispondenza delle aperture dell’edificio sul fondo.

Il Rotary Club Magenta ringrazia il Parroco don Mario Magnaghi per la sensibilità dimostrata all’iniziativa e l’editore del volume Luigi Garavaglia ed. Zeisciu.

 

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