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Conviviale interclub del 23 maggio 2019 sul tema “ Pace e comprensione tra i popoli”

Relatori Dott.ssa Ulviyya Afet e Prof. Fabio Gabrielli

Serata Rotary 23.05.2019 048
Dott.ssa Ulviyya Afet, ventiseienne azerbaigiana, sfuggita con la famiglia dal conflitto del Nagorno Karabakh. Laureata in Relazione Internazionale e Scienze Politiche ha partecipato negli ultimi anni alla
realizzazione di progetti di dialogo tra i popoli azeri ed armeni nel Caucaso. Dal 2012 è membro di EPNK (The European Partnership for the Peaceful Settlement of the Conflict over Nagorno-Karabakh),
Organizzazione indipendente e apolitica per l’instaurazione di positive relazioni e la creazione di fondamenti per una pace durevole e sostenibile tra azeri ed armeni; dal 2012 al 2017 ha condotto
studi presso “Rondine Cittadella della Pace”, Organizzazione internazionale che da vent’anni opera per favorire la promozione del dialogo e la trasformazione dei conflitti a tutti i livelli; ha frequentato con successo il Master in Risorse Umane e Gestione dei conflitti aziendali presso l’Università di Firenze.


Promotrice di “Act for Peace”, un progetto di dialogo rivolto a giovani provenienti da luoghi in conflitto realizzato grazie al contributo del Rotary International - Distretto 2071 - in collaborazione con l’associazione “Rondine Cittadella della Pace” e “Rondine International Peace Lab”.
Prof. Fabio Gabrielli per diversi anni Full Professor di Antropologia filosofica e Preside della Facoltà di Scienza Umane della LUDES University di Lugano -; attualmente docente di Antropologia filosofica alla facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale ed è Visiting Professor di Introduzione alla filosofia presso l’Università di Jaroslaw (Polonia). E’ membro, tra gli altri, del QPP: Quantum Paradigms of
Psychopathology, importante gruppo internazionale di studiosi, tra cui nomi molto noti come Mark Rasenick, Jack A. Tuszynski, Gustav Bernroider.
I suoi studi e le sue ricerche si situano e si sviluppano nell’area della filosofia applicata alla biologia molecolare, alla fisica quantistica, alla matematica non lineare, alla psichiatria.
Ha dedicato ampio spazio allo studio dei modelli della mente e alle psicopatologie dell’umore.
Con il biochimico Massimo Cocchi e il biomatematico Lucio Tonello ha avuto una proposta di nomination al Premio Nobel per le ricerche condotte nel campo delle psicopatologie dell’umore, soprattutto depressione maggiore e sindrome bipolare.
Ha condotto anche studi e ricerche nel campo della fenomenologia, con contributi di carattere teoretico.
Fa parte, tra gli altri, del Board scientifico della collana di Antropologia neoesistenziale della casa editrice Aracne.
Autore di saggi ed articoli scientifici nell'ambito dell'antropologia e della filosofia applicata, con
particolare riferimento a tematiche biologiche ed esistenziali.
Con la partecipazione del Vice Governatore Nicola Guastadisegni e dell’Assistente del Governatore Vito Garofalo la conviviale interclub del gruppo Olona ha affrontato un argomento fondamentale dell’azione rotariana : la pace, la prevenzione e la risoluzione dei conflitti rappresentano infatti uno dei focus attraverso i quali la Rotary Foundation persegue gli obiettivi del Rotary International.
Ma non ci puo’ essere pace, nel senso piu’ lato del termine, e neppure si possono risolvere o eliminare i conflitti in mancanza di dialogo e comprensione tra i popoli: comprensione tra popolazioni, etnie, culture e religioni differenti costituiscono infatti il presupposto fondamentale per una convivenza pacifica.
I relatori hanno affrontato la tematica sotto due diversi aspetti.

Il prof. Gabrielli ha incentrato l’attenzione su considerazioni di ordine antropologico : il principio dell’esser uomo che si fonda sul primato della “distanza originaria”, là ove l’Altro si colloca come Altro, come trascendente il mio io che, cogliendo la distanza, ovvero il mistero, la sacralità del mistero dell’Altro, esita, si interroga, si apre a quella tensione necessaria a non oggettivare il volto che lo interpella, ma a farne segno fragile di quella stessa innumerabile carne di cui anche noi siamo impastati.
Dove c’è pura prossimità, l’Altro diventa godimento pulsionale, bisogno da soddisfare, oggetto esposto da utilizzare o rimuovere, campo non vivificato di prestazioni. O peggio ancora, nemico da sopprimere.
Dunque, là ove la distanza è abolita, la tensione dell’incontro non fiorisce e l’Altro, da animata negatività – l’Altro da me -, diviene adombramento di me, un positivo in fotocopia con il mio positivo, pura emanazione della mia iniziativa, possibilità di cui io dispongo in funzione del mio potere di erogare prestazioni, secondo regole stabilite, prassi di biopotere consolidate da meccanismi di
sorveglianza che ci impongono come e con chi strutturare relazioni.
Nella distanza si sperimenta il nucleo ontologico dell’esser uomo, che risponde al principio di fragilità.
Estrema fragilità della pelle, sua nuda ostensione, esposizione di sé che ci invita a non uccidere.
La dott.ssa Afet ha portato invece la sua testimonianza dell’esperienza direttamente vissuta, nel conflitto del Nogorno Karabakh, scappando con la famiglia dalla propria terra, strappata dalla propria casa e da tutte le cose care, sfollata prima e profugo poi. Ma tale negativa esperienza ha fatto nascere e maturare sempre piu’ una forte convinzione ed una totale dedizione alla causa della pace e della
comprensione tra i popoli, per la quale ha dedicato i propri studi ma anche le attività e le azioni intraprese, a partire dall’impegno profuso con l’organizzazione internazionale di Rondine Cittadella della Pace, sempre con l’obiettivo di favorire la promozione del dialogo e la trasformazione del conflitto a tutti i livelli : da quello interpersonale a quello politico, armato e internazionale, dove tra l’altro si è profondamente impegnata nella progettazione e realizzazione di programmi educativi e formativi per studenti italiani e internazionali.
La pace e la risoluzione dei conflitti hanno costituito quindi il filo conduttore e l’obiettivo primario del suo impegno e della sua azione come del resto le esperienze della vita di Afet ne sono inequivocabile testimonianza.
“In segno di apprezzamento e riconoscenza per il suo tangibile e significativo apporto nel promuovere una miglior comprensione reciproca e amichevoli relazioni tra i poli di tutto il mondo”, come testualmente sullo stesso riportato, è stato attribuito ad Ulviyya Afet il titolo di PAUL HARRYS FELLOW consegnato dal Vice Governatore Nicola Guastadisegni.

 

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